Un nuovo e interessante Paper sulla Festa su Academia.edu

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Ho recentemente ricevuto nella mia casella di posta un avviso da Academia.edu riguardante un nuovo studio scientifico riguardante la bella Festa del Mandorlo in Fiore; ovviamente mi sono fiondato a leggerlo per vedere se potesse interessare i lettori del sito.

Ritengo che la risposta possa essere affermativa e, così, sono qui a parlarvene 🙂 .

Iniziamo con i riferimenti biliografici: potrete trovare il paper in oggetto a questo indirizzo (previa registrazione gratuita al sito); potrete anche scaricarlo, come ho fatto io, per leggerlo con calma.

Il titolo dello studio è: Dal Folklore all’Arte. “Impressioni sulla Sagra del Mandorlo in fiore” nella pittura del Novecento ed è stato realizzato dal Prof. Giuseppe Cipolla.

Nello studio si analizza, con buon dovizia di particolari, la storia di un premio internazionale di pittura agrigentino che ci permette di apprezzare a tutt’oggi alcune opere che ritraggono la Festa del Mandorlo in Fiore.

Premetto che io sono esclusivamente un appassionato della cultura siciliana (e, quindi, non ho le competenze culturali necessarie ad una lettura approfondita delle opere) ma il vedere le riproduzioni delle opere mi ha fatto un enorme piacere, specie considerando che sono ben due anni che la Festa non si svolge in forma compiuta per ben note cause.

È vietata la riproduzione delle opere ma vi consiglio sicuramente di scaricare il paper e guardare coi vostri stessi occhi l’opera di Gianbecchina dedicata a quella che allora era la Sagra del Mandorlo in Fiore (è stata cambiata la denominazione alcuni anni fa) o quella di Fritz Itzinger: entrambe raccontano (ognuna a modo loro) uno scorcio di vita che è almeno ancora parzialmente vivo qui ad Agrigento.

Nello studio sono presenti anche raffigurazioni di altre opere che non sono da meno; ma le due sopracitate sono quelle che ho apprezzato di più.

Sono giunto al termine e posso solo raccomandarvi di scaricare il paper e di leggerlo da voi.

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Scoprire Agrigento e la Festa del Mandorlo in Fiore

musica tradizionale africana

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Siete pronti allora a partire? Tra le destinazioni speciali vi è la Sicilia e Agrigento, nota come Città dei templi. Il merito è ovviamente per i numerosi templi dorici dell’antica città greca posti nella Valle dei Templi che, nel1997, è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco.

Qui, ogni anno, si svolge la Festa del Mandorlo in Fiore. Siamo nella città di Luigi Pirandello e la Valle dei Templi diventa certamente ancora più bella in questo periodo con musica, colori, danze e tradizioni locali. Ma di cosa si tratta? La manifestazione del Mandorlo in Fiore, che da qualche anno va in scena a marzo, è caratterizzata dalla fioritura dei mandorli della Valle dei Templi e delle zone intorno ad Agrigento. Da qui l’idea di festeggiare una sorta di anticipo della primavera con la presenza dei mandorli che simboleggiano il ritorno alla vita dopo il letargo del freddo inverno.

Nata a Naro, piccolo centro a venti chilometri da Agrigento, la Sagra del Mandorlo in Fiore fu voluta dal conte Alfonso Gaetani desideroso di far conoscere i prodotti tipici siciliani. Con il passare degli anni, questa manifestazione si è sempre svolta insieme ad altri appuntamenti come il “Festival Internazionale del Folklore”, il “Festival Internazionale dei Bambini del Mondo” e il “Corteo Storico d’Italia”.

Tutto ha inizio con l’accensione del tripode o fiaccola dell’amicizia il martedì della settimana. Il giorno seguente c’è l’appuntamento con la fiaccolata dell’amicizia. Durante l’intera settimana, inoltre, vi sono sfilate di gruppi per le vie cittadine, bande musicali e carretti siciliani. L’ultimo giorno della festa si chiude appunto con una cerimonia conclusiva nella Valle dei Templi. Non mancano delle mostre e delle degustazioni di mandorla.

Una curiosità: nel 2016, durante questo caratteristico appuntamento, un gruppo di pasticcieri ha creato la torta di frutta più lunga del mondo: ben 606 metri e quasi tre tonnellate di peso. Tra gli ingredienti utilizzati, sedici quintali di crema chantilly all’italiana, cinquemilatrecento uova; oltre 500 rettangoli di pan di Spagna, trecento chili di kiwi, sessanta cassette di arance e cinquanta chili di granella di mandorle tostate. Visto il grande successo, la torta è stata ovviamente inserita nel Guinness World Records.

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I Carretti Siciliani di Raffaele La Scala

i carretti siciliani di raffaele la scala

Il settecento regala alla Sicilia tante tradizioni, tra queste quella ormai simbolo del folklore e della sicilianità è il carretto siciliano. Il suono dei campanacci e il canto dei carrettieri accompagnavano il trasporto su questi mezzi di mercanzie destinate ai mercati ed alle case di ricchi padroni.

La devozione da sempre è un dato di fatto nella cultura siciliana, e quindi spesso e volentieri veniva dato incarico agli intagliatori di raffigurare immagini religiose a cui si aggiungono scene di vita quotidiane o di avvenimenti storici ed epici.

Esistono diverse scuole in Sicilia in maestri carradori: Palermo, Catania, Trapani, Castelvetrano e Ragusa; ognuna con le sue particolarità.

Ed è proprio in quest’ultima, a Comiso in provincia di Ragusa, che inizia la storia di Raffaele La Scala: Maestro Carradore. Raffaele inizia da piccolissimo, già a sei anni, dividendosi fra scuola e lavoro imparando l’arte, facendola diventare parte del meraviglioso patrimonio artistico siciliano.

Oggi è possibile visitare i Carretti Siciliani del Maestro La Scala, ad Agrigento, dove il figlio Marcello, nella sua villa, ne detiene una collezione formata da 5 carretti, una carrozza e tutti gli utensili che sono stati necessari per realizzarli.

Ma oltre ad avere il risultato dell’arte del padre, Marcello ha l’eredità del suo lavoro e del suo sapere.

 

Gli abbiamo fatto un paio di domande ed ecco cosa ci ha risposto…

“Cosa vuol dire avere a che fare con questo mestiere antico in questi giorni così moderni, dove tutto è più standardizzato e si punta meno sul pezzo unico?”

<<Sicuramente è una opportunità per poterci fermare e pensare che in questa società così standardizzata il passato ci richiama alle nostre origini per dirci che lo standard passa di moda ma l’unico ritorna sempre e non tramonta mai>>

 

 

“Quale è la prima cosa che ricordi dei carretti siciliani?”

<< L’odore del legno nuovo e il suono del martello che batte sull’incudine >>

 

 

“ Cosa si prova a condividere i tuoi tesori con turisti e curiosi?”

<<È una sensazione meravigliosa perché oggi più che mai vi è un ritorno alle origini, alla riscoperta del nostro passato e sempre con maggiore curiosità>>

 

 

“Come si può visitare la collezione?”

<<Basta contattarci al numero +39 360398231 oppure al +39 3298262635 e prendere un appuntamento>>

 

 

La Pagina Facebook di “Raffaele La Scala maestro carradore Agrigento” è fornita di molte informazioni e splendide foto, così come così Il gruppo “Raffaele La Scala… per non dimenticare…” .

 

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