Appartengo alla generazione di quelli che hanno vissuto, in prima persona, la Sagra del Mandorlo in Fiore dai primi anni 80, insieme a mio padre Gigi ed al Gruppo Folkloristico Val d’Akragas.
Ricordo, come fosse adesso, quella settimana di Febbraio di ogni anno, il piu’ delle volte fredda e asciutta con le interminabili sfilate del mercoledì per la Fiaccolata con spettacolo allo Stadio Comunale e la sfilata conclusiva domenicale fino alla Via Manzoni (zona Esseneto) in attesa dell’esibizione davanti al maestoso Tempio della Concordia.
Sono gli anni intensi di Giuggiu’ Gallo (Lider maximo, attaccato fino a tarda sera alla cornetta del telefono d’ufficio per portare il meglio del folklore del mondo), Ermogene La Foreste, Nicola Fiore, Corrado Catania, Andrea Carisi, Michele Guardì, Giulio Viola e poi ancora Lillo Salsedo, Pippo Agozzino, Mario Gaziano, Aurelio Patti, Benedetto Adragna, Giovanni Sardone, Franco Caponnetto, Mimmo Canino, Enzo Abate, Franco Catalano, Pippo Calandrino, Giovanni Parisi, Lillo Inguanta e tantissimi altri appassionati alla Festa piu’ bella degli agrigentini.
Quell’idea di Sagra, concepita e organizzata all’EPT (Ente Provinciale Turismo) al Viale della Vittoria civico 255, non esiste piu’ !! Rimane solamente un ricordo ed un monito per tutti noi.
E’ necessario oggi proiettare la Sagra del futuro partendo dal passato ed imprimere allo spirito popolare e sociale della Festa un significato economico turistico ed una valenza internazionale.
Ammetto che l’idea dello “spacchettamento” della Sagra ha prodotto risultati positivi all’economia complessiva e bisognerebbe andare in questa direzione ma bisogna rafforzare questa impostazione pianificando in largo anticipo gli eventi utilizzando la potente forza dei social, per vendere turisticamente “ il Mandorlo in Fiore ” nei settori e nei mercati di riferimento.
Fino a quando non avremo tutti questa capacità di programmare, pianificare e disegnare il progetto, continueremo a straparlare di Sagra da gennaio a marzo senza concludere nulla.
Da sempre appassionato di tecnologia non ho mai smesso di credere nell’open-source e nella condivisione della conoscenza. Laureato in ingegneria civile per un errore di gioventù ed utilizzatore di Linux dal 1998 (la prima distrubuzione era una Slackware… e la prima non si scorda mai 🙂 )
Ci sono gli irriducibili estimatori del mare e chi invece preferisce di gran lunga la montagna, magari sia in inverno che in estate.
Se vuoi programmare delle memorabili vacanze in montagna ecco alcune cose che è bene sapere e qualche spunto che potrà probabilmente tornarti utile. Per prima cosa, se cerchi consigli per vacanze in montagna sul sito Viaggi Estate ne trovi di validi e sempre aggiornati. Internet si rivela una preziosissima fonte di informazioni, consigli ed opinioni su praticamente qualsiasi cosa e le vacanze in montagna non fanno certo eccezione. online si trovano tante informazioni interessanti sulle diverse mete, sulle strutture ricettive, i sentieri, le attività da fare e molto altro ancora, ma andiamo per ordine.
Le migliori località montane per vacanze estive
Vuoi sapere quali sono i migliori posti dove passare l’estate in montagna?
Molto dipende come ovvio dal tipo di vacanza che hai in mente, viaggi da solo, con amici, con la famiglia, ti vuoi rilassare o scatenare?
Iniziamo dalle vallate Dolomitiche, che sono la destinazione ideale per chiunque desideri conciliare attività all’aria aperta e relax. In questi suggestivi luoghi è possibile provare l’ebbrezza di sport estremi, come l’arrampicata in condizioni decisamente impegnative, ma anche rilassarsi e concedersi il tanto desiderato riposo immersi nel verde e gustandosi paesaggi mozzafiato.
Per i più sportivi e avventurosi segnaliamo che il fiume Noce che scorre impetuoso nel cuore della Val di Non è la location perfetta per praticare il kayak e rafting, attività sempre più apprezzate dai più giovani, ma non solo. Se alle passeggiate, le arrampicate o gli sport acquatici preferite la bicicletta, sappiate che a 1.800 metri di quota a Livigno è possibile trovare tantissimi percorsi per la mountain bike, ma anche laghi e piscine dove rilassarsi, divertirsi e rinfrescarsi, senza minimamente rimpiangere il mare.
A Les Deux Alpes stazione sciistica francese situata a 3.600 metri e a due passi dal confine italiano, è possibile sciare anche in estate, in attrezzati snowpark, aperti in genere solo la mattina, ma non mancano naturalmente occasioni di svago anche in orario pomeridiano, serale e notturno, per chi vuole godersi al massimo ogni istante della sua vacanza montana.
Come hai visto le opportunità per passare delle memorabili vacanze in montagna, anche nel periodo estivo non mancano di certo, per scegliere la tua destinazione è molto importante però avere ben chiare le tue esigenze. Ci sono località perfette per un viaggio in famiglia, altre ideali per passare dei giorni di svago con gli amici più cari, altre ancora per un romantico fine settimana con la propria metà.
Da sempre appassionato di tecnologia non ho mai smesso di credere nell’open-source e nella condivisione della conoscenza. Laureato in ingegneria civile per un errore di gioventù ed utilizzatore di Linux dal 1998 (la prima distrubuzione era una Slackware… e la prima non si scorda mai 🙂 )
Tra le realtà emergenti campane, c’è una testata che fa della sinergia tra suoi giovani (spesso giovanissimi) articolisti, la qualità e l’originalità dei contenuti, oltre che nella precisione e rapidità nello stare sul pezzo, il suo punto di forza e di unicità.
Stiamo parlando dell’Eroica Fenice, giornale web fondato da Marcello Affuso e Giuseppina Iervolino, entrambi docenti di materie umanistiche, la cui storia è un ottimo esempio di come da piccole ma necessarie ribellioni possano nascere nuove fantastiche realtà.
Era il 2012 quando entrambi lavoravano da diversi mesi per un giornale universitario di grandi prospettive e con diverse redazioni sparse per tutta Italia.
Quell’ingranaggio perfetto all’esterno nascondeva però tante dinamiche farraginose e perverse al suo interno: una gestione dispotica, arrogante e incapace di accogliere i bisogni e le esigenze degli articolisti – per lo più studenti universitari - che accecati dalla promessa di una futura retribuzione e dei patenti da pubblicisti, lavoravano a testa basta e senza mai alcuna gratificazione.
Affuso e Iervolino, che da poco avevano creato un nuovo polo nel napoletano di cui erano stati designati come i principali responsabili, stanchi e preoccupati per la sorte dei nuovi adepti presero una decisione istintiva quanto inaspettata. Ammutinamento di massa. Era finito il tempo dello sfruttamento, bisognava cambiare regime. Lasciata la testata, la redazione, rimasta quindi senza sito, decise allora di aprire un blog, in segno di rivalsa e di riscatto.
Così, dalle ceneri, emerse una Fenice eroicamente sopravvissuta e più viva che mai.
Da piccolo blog di nicchia a giornale riconosciuto e apprezzato.
Media partner di importanti festival – come quello della musica di Brescia - e presente con microfoni e fotocamere a rassegne, concerti, spettacoli teatrali ed eventi gastronomici, l’Eroica Fenice è riuscita dove molti falliscono: nel dare continuità ad un sogno.
Sono passati 7 anni e i due, infatti, oggi ancora ci lavorano quotidianamente.
Nessuna ansia, pochi articoli mensili richiesti ai collaboratori e tantissime occasione di accredito, oltre che di convivialità.
Eroica Fenice ha lanciato un nuovo modello di giornalismo, basato sull’umanità, sul gruppo e sul lavoro di squadra. Un esempio raro e sicuramente da imitare.
Da sempre appassionato di tecnologia non ho mai smesso di credere nell’open-source e nella condivisione della conoscenza. Laureato in ingegneria civile per un errore di gioventù ed utilizzatore di Linux dal 1998 (la prima distrubuzione era una Slackware… e la prima non si scorda mai 🙂 )
Da sempre appassionato di tecnologia non ho mai smesso di credere nell’open-source e nella condivisione della conoscenza. Laureato in ingegneria civile per un errore di gioventù ed utilizzatore di Linux dal 1998 (la prima distrubuzione era una Slackware… e la prima non si scorda mai 🙂 )
L’associazione culturale PastActivity nasce poco più di un anno fa dall’intraprendenza di tre archeologi siciliani con formazione molto diversa ma legati dal filo conduttore dell’attitudine alla comunicazione e alla pedagogia del patrimonio: Laura Danile, Giovanni Virruso e Claudia Speciale.
Il nostro intento era di ridare colore al Passato e di renderlo vivo e vicino.
In seguito alla vincita di un bando proposto dall’Assessorato Regionale alla Famiglia, ed a mesi di confronti e ricerca, prendeva materialmente forma la nostra idea che come primo ambizioso obiettivo si proponeva di realizzare la rievocazione storica di una decisiva battaglia per le sorti dell’antica Agrigento e più in generale della seconda guerra punica.
Così nasceva “210 a.C. la conquista di Akragas”, il primo grande evento di rievocazione storica in Sicilia nella valle dei templi di Agrigento, sito UNESCO di straordinaria bellezza.
Per due giorni, il 6 e 7 maggio siamo stati catapultati nel III secolo a.C., quando la città contesa tra Cartaginesi e Romani veniva conquistata dai Romani e mutò il suo nome dall’originario Akragas in Agrigentum.
I due accampamenti punico e romano sono stati ricostruiti seguendo nei minimi dettagli quanto ci dicono le fonti storiche ed archeologiche sotto la guida di PastActivity.
Tutte le tende sono state disposte a due passi dal tempio di Zeus, nel cuore del Parco. Passeggiando all’interno del sito archeologico, tra le tende degli accampamenti, i visitatori hanno potuto interagire con i rievocatori sempre disponibili a rispondere ad ogni curiosità. Inoltre è stato possibile assaporare i gusti differenti di cucine antiche e prive di tanti ingredienti “moderni”, ricette romane e puniche dal sapore insolito ma gradevole, osservare la filatura e tessitura su telaio, toccare i filati colorati con i pigmenti naturali, indossare elmi e scudi, partecipare a un rito di propiziazione, assistere a un allenamento militare e molto altro.
Ogni dettaglio, sino al più piccolo, ogni oggetto riprodotto ed ogni gesto riproposto erano il frutto di una minuziosa ricerca filologica perfettamente coerente con il periodo. Nulla era per caso dentro i confini di uno spazio che i rievocatori si sono ritagliati in Valle.
Tra i profumi dei paioli sul fuoco, i suoni metallici delle armi, quelli ritmici e cadenzati del conio, la storia è diventata viva, ha preso forma e ha entusiasmato migliaia di visitatori increduli e curiosi di poter entrare improvvisamente nell’antica Akragas.
Il tutto è stato possibile grazie all’energia e competenza dei rievocatori storici che con la loro passione hanno reso possibile un così grande spettacolo della storia.
Tra sabato pomeriggio e domenica, 13100 persone hanno partecipato a questo straordinario viaggio nel tempo che si è concluso con lo spettacolo dello scontro tra i due eserciti, che ha rievocato lo scenario drammatico della battaglia realmente avvenuta nel 210 a.C. tra Romani e Cartaginesi.
Per noi di PastActivity si è trattato di un vero battesimo di fuoco, appagato da un grande successo, reso possibile dalla collaborazione di tanti professionisti che sotto la guida del direttore artistico Andrea Moretti hanno regalato alla città uno spettacolo emozionante e indimenticabile.
La portata dell’evento è stata tale che abbiamo potuto parlarne con successo in un convegno internazionale e in riviste scientifiche di settore nei mesi scorsi.
Questo è stato il primo evento per PastActivity, grande, ambizioso e non privo di rischi.
Rischi che conoscevamo e che abbiamo saputo affrontare forti di numerose esperienze nell’ambito della divulgazione scientifica e della didattica dell’archeologia.
Ciascuno di noi infatti ha acquisito negli anni una forte credibilità in contesti nazionale ed internazionale grazie a collaborazioni che proseguono ancora oggi.
Dopo questa prima fortunata esperienza, speriamo possa replicarsi presto con il supporto delle istituzioni e di sponsor privati che vogliano investire in questo campo ancora nuovo per la Sicilia ma con potenzialità enormi in termini di ricadute culturali, turistiche, ma anche sociali ed economiche per il territorio agrigentino.
Nel frattempo stiamo dedicando gli ultimi mesi a nuove attività che rispecchiano a pieno la mission di PastActivity.
Abbiamo iniziato le Archeoattività: laboratori interattivi dedicati ai più piccoli che sono veri viaggi nel tempo sotto la guida di un archeologo.
I bambini hanno ripercorso alcune tappe fondamentali della nostra storia in maniera divertente. Siamo partiti dall’Era Glaciale in compagnia di Giovanni, poi siamo stati in Egitto con Zelia, altra collega nel settore educativo da anni, per poi terminare il primo ciclo tra i miti dell’antica Grecia con Laura.
E ancora abbiamo tante altre idee a tema storico da proporre e condividere. Le attività rivolte a un target specifico (bambini dai 5 ai 12 anni accompagnati da un adulto) si svolgono nel cuore del centro storico, sul colle di Girgenti e hanno riscontrato un buon successo sin dall’inizio, che cresce in maniera esponenziale a ogni incontro.
Alcune di queste attività sono state richieste da altri musei in Italia e da alcune scuole (MUV di Castenaso (Bologna) e presto Imola e Parco del Livelet (TV)). Per il prossimo anno scolastico il nostro obiettivo è riuscire ad approdare con tante attività anche nelle scuole siciliane.
Le idee sono già in cantiere e prevedono proposte didattiche innovative e coinvolgenti che spaziano dall’evoluzione umana, al Paleolitico e neolitico sino ai Greci e i Romani.
Valuteremo nei prossimi mesi se partire già dal prossimo anno per riuscire a completare l’offerta didattica delle scuole di ogni ordine e grado su temi così specialistici.
Altra sfida che contiamo di affrontare è quella di riuscire a realizzare attività che vadano oltre i confini delle competenze degli archeologi.
Abbiamo già alcuni contatti con professionisti di altri ambiti scientifici con i quali proveremo ad interagire per creare attività interdisciplinari per raccontare tante nuove storie ad adulti e bambini che speriamo di appassionare.
La Storia, come vogliamo divulgarla noi, è priva di barriere e confini disciplinari, è una Storia coinvolgente, aperta a tutti e alla portata di tutti. La Storia siamo noi: è fatta dagli uomini e da tutti quegli avvenimenti accaduti prima di noi.
Il nostro compito è proprio quello di provare a farvi immergere in quel passato attraverso la lente d’ingrandimento delle nostre attività.
Abbiamo ancora tante nuove idee, seguiteci e sosteneteci. Associazione culturale PastActivity
Da sempre appassionato di tecnologia non ho mai smesso di credere nell’open-source e nella condivisione della conoscenza. Laureato in ingegneria civile per un errore di gioventù ed utilizzatore di Linux dal 1998 (la prima distrubuzione era una Slackware… e la prima non si scorda mai 🙂 )
Da sempre appassionato di tecnologia non ho mai smesso di credere nell’open-source e nella condivisione della conoscenza. Laureato in ingegneria civile per un errore di gioventù ed utilizzatore di Linux dal 1998 (la prima distrubuzione era una Slackware… e la prima non si scorda mai 🙂 )
La città di Agrigento, grazie alla sua millenaria storia, presenta un patrimonio sotterraneo di notevolissimo interesse e costituito da cavità artificiali localmente conosciute come gli “Ipogei di Agrigento”.
Questi ipogei sono essenzialmente strutture cunicolari scavate dall’uomo, in periodi diversi, nella stessa roccia con la quale sono stati edificati i monumenti della città e buona parte del suo centro storico: cavità meandriformi, pozzi e grandi cameroni scavati nella calcarenite giallastra al di sotto dell’antica acropoli di Akragas e sotto lo splendido paesaggio della sua area sacra, la Valle dei Templi.
Le fonti storiche fanno risalire al 480 a.C. il periodo in cui vennero iniziati i lavori di realizzazione di queste strutture ipogee.
È l’anno decisivo dello scontro greco-punico in Sicilia conclusosi con la vittoriosa battaglia di Imera che segnò l’apice della grandezza politico-economica dell’antica Akragas e la sua sfera d’influenza.
In quella occasione, un elevatissimo numero di schiavi cartaginesi giunsero in città e furono impiegati nei lavori più massacranti quali appunto il taglio delle pietre e la costruzione dei condotti sotterranei e dei maestosi templi della Valle.
Alcuni ipogei, come quelli presenti nella zona del cd. Santuario Rupestre alla Rupe Atenea (probabilmente datati al VII sec. a. C) ed altri ancora presenti nel centro storico, si pensa siano stati realizzati in epoche addirittura precedenti.
La maggior parte di queste cavità, per tipologia, ubicazione e sviluppo planimetrico, furono realizzate per assolvere all’atavico fabbisogno di acqua, tipico delle nostre terre.
Altre cavità, caratterizzate dalla forma spiccatamente tronco-conica, vennero sfruttate per immagazzinare derrate alimentari mentre altre come vere e proprie cave sotterranee di conci di calcarenite.
A questa ultima tipologia è assimilabile la più imponente cavità presente nel sottosuolo agrigentino, l’”ipogeo del Purgatorio” o “Labirinto”, così chiamato per le particolari geometrie che caratterizzano questo sistema che consta di ambienti scavati secondo il sistema “a camere e pilastri”.
Molti sono i casi in cui da una originaria tipologia si passava, con ulteriori riadattamenti, ad una tipologia diversa in periodi successivi.
Queste cavità vennero massicciamente rivalutate durante il periodo bellico della prima e seconda guerra mondiale, quando durante i bombardamenti vennero sfruttate come rifugi, soprattutto durante le incursioni aeree.
Una delle strutture ipogee presenti ad Agrigento, nel cuore della Valle dei Templi, è l’ipogeo della Kolymbetra-Porta V; un percorso sotterraneo, scavato interamente dall’uomo, risalente al V sec. a.C. (probabilmente il 480) e aperto alla fruizione del pubblico dall’aprile 2017 grazie alla sinergia tra l’associazione Agrigento Sotterranea Onlus e il Fondo Ambiente Italiano (FAI).
Questo ipogeo rientra tra i cd. “canali drenanti” (o “acquedotti feacei” dal nome dell’ architetto Feace al quale, secondo le fonti, fu affidata la progettazione) per la captazione e la dirottazione dell’acqua nel grande bacino idrico (a scopo religioso e civile) che era la Kolymbethra. È caratterizzato da una sezione rettangolare a volta piana (larghezza 50/70 cm circa e altezza a partire da 1,70 metri) e uno sviluppo planimetrico di circa 185 metri (di cui i primi 100 circa paralleli al banco Sud-Est della Kolymbethra, mentre il restante ramo taglia la terrazza sacra occidentale della Valle).
Per buona parte del suo andamento, si presenta “fossile”, ovvero senza presenza d’acqua, anche se nel tratto finale si ritrovano concrezionamenti attivi e lame di carbonato di calcio che rivestono le pareti calcarenitiche e testimoniano presenza di acqua e la lenta trasformazione in un paesaggio tipico di grotta dalla bellezza straordinaria.
Questo percorso ha un agevole accesso all’interno del Giardino della Kolymbethra con una uscita in prossimità della Porta V, nelle vicinanze del Tempio di Castore e Polluce.
Lo sviluppo dell’Ipogeo, semplice e facilmente percorribile, è intervallato da due pozzi verticali, uno nei pressi della biglietteria della Kolymbethra (da cui possibile entrare e uscire e la sua funzione in antico era quello di avviare uno dei fronti di scavo dell’ipogeo) ed un secondo sul pianoro calcarenitico su cui è stato edificato il Tempio dei Dioscuri, costituito da un pozzo (idrico in antico e funzionale all’altare rinvenuto nelle vicinanze) verticale a sezione rettangolare e profondo circa 10 metri.
Si possono osservare tracce lasciate sulle pareti durante l’antico scavo e come veniva illuminato, ovvero mediante nicchiette scavate a intervalli regolari lungo la volta nelle quali si ponevano le lucerne.
All’interno dell’ipogeo l’ambiente è fresco e asciutto.
La visita è aperta a tutti, grandi e bambini, purché equipaggiati di grande curiosità ed interesse e pronti ad intraprendere un viaggio magico e misterioso all’interno di una valle che non ci si aspetta ma che rapirà per sempre il cuore.
Per maggiori informazioni e prenotazioni basta visitare il sito internet dell’associazione www.agrigentosotterranea.it.
Da sempre appassionato di tecnologia non ho mai smesso di credere nell’open-source e nella condivisione della conoscenza. Laureato in ingegneria civile per un errore di gioventù ed utilizzatore di Linux dal 1998 (la prima distrubuzione era una Slackware… e la prima non si scorda mai 🙂 )
Da sempre appassionato di tecnologia non ho mai smesso di credere nell’open-source e nella condivisione della conoscenza. Laureato in ingegneria civile per un errore di gioventù ed utilizzatore di Linux dal 1998 (la prima distrubuzione era una Slackware… e la prima non si scorda mai 🙂 )
Da sempre appassionato di tecnologia non ho mai smesso di credere nell’open-source e nella condivisione della conoscenza. Laureato in ingegneria civile per un errore di gioventù ed utilizzatore di Linux dal 1998 (la prima distrubuzione era una Slackware… e la prima non si scorda mai 🙂 )
Separata dal “continente” non solo geograficamente, la Sicilia è una terra meravigliosa e eterogenea che passa dalle località balneari ai panorami appenninici alle città barocche.
Arrivare in Sicilia non è semplice, se si soffre il mal di mare!
Le possibilità per imbarcarsi non mancano e Napoli, per chi viene dal centronord o dall’altra costa, resta un porto relativamente comodo, specialmente se si vuole approdare immediatamente a Palermo, com’era nei miei piani.
Palermo: Prima Sedes, Corona Regis et Regni Caput!
Oltre la città, sede tra l’altro di meraviglie quali il Palazzo dei Normanni che ospita il Parlamento Siciliano o i Quattro Canti o, ovviamente, la sua Cattedrale, questa città si distingue anche per l’hinterland. D’obbligo una gita a Mondello ma anche sui monti che cingono città. Il Pellegrino, ad esempio, o il Grifone: e le curve, si sa, sono il pane quotidiano degli amanti delle due ruote.
Da un punto di vista puramente gastronomico Palermo si distingue dal resto dell’isola per la “arancina”, contendendosene la paternità, specialmente, con Catania, il cui derby non si ferma solo a questo né, tantomeno, alla querelle lessicale e geometrica di tale prelibatezza: femminile e tonda, nel primo caso; maschile (arancino) e conico - che si mangia con la punta rivolta in giù - nel secondo.
E se di curve si vuole parlare, non c’è spunto migliore che rivolgersi a est, proprio verso Catania; la si può raggiungere percorrendo l’autostrada e, da buoni motociclisti che si dica, la prima tappa orientale è fuori discussione!
Quindi via verso l’Etna, la cui anima sobbolle ancora.
Ricordando Pindaro: « …l’Etna nevoso, colonna del cielo / d’acuto gelo perenne nutrice / lo comprime. / Sgorgano da segrete caverne / fonti purissime d’orrido fuoco, / fiumi nel giorno riversano / corrente di livido fumo / e nella notte rotola / con bagliori di sangue / rocce portando alla discesa / profonda del mare, con fragore».
Meta degli avventori è, decisamente, il Rifugio Sapienza dove poter sostare e godere un momento di relax.
Da qui ci si può voltare e raggiungere facilmente i Crateri Silvestri: due coni piroclastici alle pendici del vulcano.
Per chi cerca una visione più completa della zona, è consigliabile ridiscendere il massiccio dal versante opposto, passando per il Parco Naturale dell’Etna e imbattendosi in Zafferana.
Continuando il percorso sulla costa orientale della Sicilia non si può non voler raggiungere la splendida Taormina: città collinare nota per il teatro greco-romano sito archeologico di spessore e “teatro” di eventi poliedrici e interessanti.
La bellezza della città e il panorama che offre l’hanno eletta, un tempo, meta importante del “Grand Tour”.
Oggi resta una meta affascinante anche per il mondo cinematografico, che l’ha utilizzata spesso per le proprie riprese.
Restando sul litorale, godendo delle immense bellezze che si incrociano, è possibile proseguire su una strada panoramica che porta, facilmente, ad un’altra perla: l’Isola Bella.
Che, nei momenti di basse maree, rivela la sottile lingua di terra che la unisce alla spiaggia rendendola, di fatto, una penisola.
Scenografico visitarla al tramonto, specialmente risalendo sulla strada maestra e osservandola da lontano, se fortunati al chiaro di luna.
E se la luna regala un po’ di magia, viene naturale ricordare il mito che avvolge la zona!
Se l’Etna era considerato la Fucina degli dei, dove Efesto con i Ciclopi forgiava armi, monili e accessori preziosi, non può mancare una visita ad Aci Trezza dove proprio uno di cotesti Ciclopi, Polifemo, scagliò i famosi “sassi” contro “Nessuno” - Ulisse - regalandoci uno dei più bei scenari marittimi: i faraglioni antistanti la città.
Città che anche il Verga ha omaggiato nel celeberrimo romanzo I Malavoglia e che tutti ricorderanno con gratitudine poiché è proprio qui che, il cuoco Francesco Procopio dei Coltelli, pare abbia inventato il gelato.
Descrivere le emozioni che si provano girovagando per questa stupenda terra è difficile.
Anzi: impossibile. Le sue peculiarità e le sue contraddizioni, la sua posizione, crocevia di culture la rendono lontana ma vicina a tutto.
Il Mediterraneo che la avvolge offre vedute, profumi e odori che rasentano esperienze extrasensoriali mistiche e irripetibili.