Tracce ed orme della nostra Storia: una Nuova Serie alla Scoperta della Sicilia

“Tracce ed orme della nostra Storia” è la prima serie tv che si propone di portare all’attenzione dello spettatore i luoghi e i territori ancora nascosti della Sicilia, poco noti persino ai grandi motori di ricerca.

 

Questa serie tv, realizzata in via sperimentale nella zona orientale dell’isola, è un’iniziativa dedicata al turismo culturale, la cui particolarità sta proprio nell’aver deciso di occuparsi di tesori semi sconosciuti: i siti visitati non sono rintracciabili tramite Google Maps o su Wikipedia.

 

Le prime puntate sono state realizzate in collaborazione con la testata web topbtw.com e sono state già trasmesse da alcune tv private: Canale 2 e LaTtr3 di Marsala, Televallo e Tele8tv di Mazara del Vallo.

 

Ai servizi televisivi, ancora in fase di realizzazione, hanno collaborato numerosi professionisti del mondo dell’informazione culturale, con la preziosa collaborazione tecnico-scientifica di Mario Tumbiolo, noto architetto di Mazara del Vallo.

Il progetto “Tracce ed orme della nostra Storia”, presentato all’Assessorato ai Beni Culturali della Regione Sicilia nel quadro delle iniziative dedicate allo sviluppo della cultura siciliana, è articolato per argomenti.

La Sicilia mostra così località capaci di soddisfare la curiosità di storici, appassionati di avventure o semplici curiosi che intendano andare a fondo nella scoperta di una terra ricca di storia ma proiettata nel futuro.

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Eugenio Bennato al Palacongressi

Articolo di Gero Parla


Eugenio Bennato ha una laurea in fisica ma, ha anche quella grande sensibilità che lo ha fatto diventare quell’artista raffinato che è.

La sua musica viaggia tra le terre del sud, assorbendone i suoni, gli odori, i colori.

E’ tra i fondatori della nuova compagnia di canto popolare formatasi verso la fine degli anni 60, con l’intendo di diffondere la cultura della tradizione popolare campana.

Nel 1998 fonda il movimento “Taranta Power” specificatamente per promuovere la taranta meridionale.

La musica di Eugenio però viaggia, non si limita al meridione d’Italia ma attraversa il mediterraneo approdando alle sonorità delle sponde d’Africa. Tunisia, Algeria, Egitto.

Ma la musica si sa, non ha confini, non ha limiti, ed Eugenio viaggia arrivando persino in Etiopia e Mozambico. Ogni tappa costituisce un ulteriore arricchimento musicale. La sua musica fa parte di quel ramo poco incline al business di massa, è cultura, ricerca, esperienza.

La città di Agrigento in occasione del Mandorlo in Fiore ha avuto il piacere di ospitare questo grande personaggio con uno splendido concerto presso il Palacongressi, sapientemente gestito da un organizzazione impeccabile sopratutto sul piano sonoro.

Un concerto che il pubblico non dimenticherà facilmente. Chi ha assistito è rimasto incantato, dalla musica e dagli artisti.

Un evento di elevato spessore musicale che ha coinvolto gli spettatori. Gli organizzatori della Festa del Mandorlo in Fiore hanno centrato l’obiettivo.

Ci auguriamo che eventi di questo genere si ripetano sempre più spesso, perché la cultura in tutte le sue forme è l’unico antidoto contro le guerre.

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Tra Agrigento e Ragusa, le Spiagge Siciliane più Belle

spiaggia di punta bianca ad agrigento

Tra il territorio di Agrigento e quello di Ragusa, si possono ammirare alcune delle spiagge più affascinanti di tutta la Sicilia: il Touring Club le ha elencate, per permettere a tutti i turisti di conoscerle.

 

Porto Ulisse, a Ispica

Nella zona di Ispica spicca la spiaggia di Porto Ulisse, apprezzata soprattutto per le sue acque limpide e calme: deve il proprio nome al personaggio di Odisseo, che secondo Omero ebbe modo di fermarsi qui in uno dei suoi viaggi. Il confine naturale della baia è rappresentato da Punta Castellazzo, con il suo promontorio di rocce, tra l’Isola delle Correnti e Santa Maria di Focallo.

 

Santa Maria di Focallo, a Ispica

E proprio quella di Santa Maria di Focallo è una delle spiagge che vale la pena di scoprire: sempre nella zona di Ispica, si caratterizza per chilometri e chilometri di sabbia su cui dominano acacie ideali per trovare un po’ di ombra. Il mese di agosto è da bollino nero per la quantità di persone che si riversano qui, ma ciò non compromette in alcun modo la bellezza di un paesaggio mediterraneo da sogno.

 

Maganuco, a Pozzallo

In quel di Pozzallo, sulla strada di collegamento con Sampieri, ecco la spiaggia di Maganuco, al di là del golfo di Marina di Modica: le dune sabbiose sono un tratto peculiare da cartolina, ma è bene tener presente che il mare è spesso agitato, dal momento che si tratta di una zona esposta.

 

Sampieri, a Pozzallo

Sempre nel territorio di Pozzallo c’è la spiaggia di Sampieri, un mare fantastico con una spiaggia fine e dune in stile africano è amata dai clienti dell’ iGV Club Baia Samuele, una struttura che propone una location unica e servizi e di primo livello per la famiglia in vacanza. Il villaggio si affaccia sulla spiaggia e fa parte di un borgo - quello di Sampieri, appunto - che si contraddistingue per un fascino di altri tempi.

 

Costa di Carro, a Scicli

Nella spiaggia di Costa di Carro non sono eventi eccezionali gli avvistamenti di tartarughe, che vengono proprio qui a deporre le proprie uova. Chi ha voglia di dedicarsi al trekking può trovare pane per i propri denti nella zona circostante, mentre gli amanti dello snorkeling non devono far altro che indossare maschera e pinne per immergersi tra le numerose insenature rocciose del luogo.

 

spiaggia ad agrigentoCastellazzo, a Palma di Montechiaro

La spiaggia di Castellazzo si fa notare per la lunga teoria di piccole cale che spiccano nel contesto di una zona di natura incontaminata e selvaggia, tra picchi di rocce di gesso e una costa alquanto alta. Difficile resistere alle suggestioni di questo litorale di ciottoli, a metà strada tra Licata e Agrigento: per arrivare è sufficiente seguire i cartelli per Marina di Palma e percorrere la Strada Statale 115.

 

spiaggia scala dei turchi ad agrigentoLido Rossello, a Realmonte

Le famiglie con i bambini possono divertirsi senza rischi a Lido Rossello, grazie a un mare dal fondale basso. Il paesaggio che circonda questa spiaggia è quasi incredibile, con il profilo della Scala dei Turchi a est, Capo Rossello a ovest e l’arco della Costabianca a nord.

 

Capo San Marco, a Sciacca

Nei pressi di Sciacca, per giungere alla spiaggia di Capo San Marco occorre sfruttare la provinciale che conduce a Baia Renella. Dopo aver parcheggiato, si superano le palme e si giunge sul litorale: attenzione al mare, che diventa profondo dopo pochi metri.

 

Riserva del Belice, a Menfi

Non può mancare la spiaggia della Riserva Naturale Foce del Fiume Belice, a una decina di chilometri di distanza dal territorio di Castelvetrano: vi si arriva uscendo a Castelvetrano dall’Autostrada A29 che congiunge Palermo con Mazara del Vallo. I turisti sono pochi: l’ideale per chi ha bisogno di quiete e tranquillità.

 

Cala dei Turchi, a Campobello di Mazara

La Cala dei Turchi sembra più una spiaggia africana che non un lido italiano, con i suoi scorci esotici e le sue tonalità cromatiche che virano all’ocra. La costa, un tempo, era il punto di approdo dei pirati arabi che sbarcavano in Sicilia. Per arrivare qui in auto si devono seguire i cartelli per Torretta di Capo Granitola. Un consiglio: una volta giunti alla torre di avvistamento, vale la pena di fermarsi a osservare il paesaggio, per poi giungere alla cala di tufo che si trasforma in una spiaggia di rocce e sabbia.

 

Spiaggia dei Conigli, a Lampedusa

Anche Lampedusa offre un gran numero di spiagge impossibili da dimenticare: Cala Pisana, Cala Maluk e Cala Greca sono solo alcuni esempi, anche se la più suggestiva con tutta probabilità è la Spiaggia dei Conigli, che per altro costituisce l’habitat naturale della tartaruga Caretta Caretta. Purtroppo per i turisti l’accesso è vietato dopo il tramonto: un sacrificio che si rende necessario per consentire la convivenza tra gli uomini e la fauna del posto.

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L’appuntamento con Sergio Criminisi (Parte 3)

Opera di Sergio Criminisi che rappresenta un albero di mandorlo stilizzato - Anno 2018
Opera di Sergio Criminisi che rappresenta un albero di mandorlo stilizzato - Anno 2018
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I Bambini del Mondo 2018: 2° Comunicato Stampa

Bambini del Mondo Locandina 2018

Riceviamo e Pubblichiamo.


“Al 18° Festival I Bambini del Mondo partecipano i gruppi folcloristici internazionali provenienti da: Costa Rica, India, Russia, Calmucchia, Kazakistan, Georgia, Lituania e Slovacchia”

Sono otto i gruppi folkloristici internazionali che partecipano alla 18# edizione del “Festival Internazionale - I Bambini del Mondo”, organizzato dall’Aifa, Associazione International Folk Agrigento e che, anche quest’anno, apre la “Festa del Mandorlo in Fiore” di Agrigento.

“Si tratta di gruppi di altissimo spessore artistico e culturale – dichiara il presidente dell’Aifa Luca Criscenzo – nel loro repertorio hanno inseriti canti, danze e musiche dichiarati patrimonio immateriale dall’Unesco”.

“Tengrin Ki” proveniente dalla città di Elista, capitale della Repubblica di Calmucchia, Stato appartenente alla Federazione Russa, l’unico territorio del continente europeo a prevalente religione buddista. Nel loro repertorio anche i canti tipici buddisti chiamati Ladakh, dichiarati patrimonio immateriale dal’Unesco nel 2016.

“Zumba que Zumba” proveniente dalla città di Heredia al centro del Costa Rica. E’ alla sua prima esibizione in Italia. Nel suo repertorio anche una danza ed un canto sui “Carreteros” ovvero i carrettieri costaricani, con i loro “carretas” dichiarati Patrimonio immateriale Unesco nel 2008.

“Children Folk Ensemble Universiteti” arrivano da Tblisi la capitale della Georgia. Di grande impatto le danze spettacolari ed acrobatiche, il gruppo propone anche i canti polifonici tipici della Georgia dichiarati patrimonio immateriale dall’Unesco nel 2008.

“Kalanjay Dance Academy” provenienti dalla città di Mumbai in India. Nel loro repertorio anche il Kalbelia, danza i cui movimenti replicano quelli di un serpente, dichiarata Patrimonio immateriale dell’Unesco nel 2010.

“Dance School Nika” dalla città di Almaty nel Kazakistan. Per la primo volta in Italia il gruppo kazako è conosciuto per il Dombra kuy, una danza spirituale dichiarata Patrimonio Immateriale dell’Unesco nel 2014.

“Children & Youth Folk Dance Seltinis” dalla città di Siauliai nella Lituania, una delle tre repubbliche baltiche i cui canti e le danze sono state dichiarate Patrimonio immateriale dall’Unesco nel 2008.

“Children Ensemble Vokserenie” dalla città di Perm in Russia considerata la frontiera d’Europa essendo geograficamente quella più ad Est alle pendici dei monti Urali. Il gruppo è stato selezionato direttamente dal Centro di Cultura Russo per partecipare al Festival I Bambini del Mondo dove porteranno anche i Semeiskie canti tradizionali dichiarati Patrimonio immateriale dell’Unesco nel 2008.

“Folk Ensemble Hajik” della città di Rimavska Sobota in Slovacchia. Conosciuti in tutta Europa dell’Est per il canto multipartitico “Horehronie” che è stato dichiarato Patrimonio immateriale dall’Unesco nel 2017.

“I gruppi internazionali partecipanti al 18° Festival Internazionale I Bambini del Mondo – comunica il presidente del festival Giovanni Di Maida - venerdì 2 marzo 2018 alle ore 18,30 presso il Palacongressi del Villaggio Mosè alle ore 18.30 saranno ricevuti dal Sindaco del Comune di Agrigento e del Direttore del Parco Archeologico “Valle dei Templi”.

Sabato 3 marzo l’inizio ufficiale del 73° Mandorlo in Fiore con protagonisti i gruppi folkloristici internazionali e gli studenti provenienti da diverse parti della Sicilia che daranno vita alla “Passeggiata della Pace e della Fratellanza” lungo la via Sacra. Alle ore 12.00 presso il Tempio di Giunone esibizione dei gruppi internazionali partecipanti al 18° Festival Internazionale “I Bambini del Mondo”; alle ore 21.00 al Palacongressi spettacolo di apertura con l’esibizione dei gruppi di Costa Rica, India, Russia, Calmucchia, Kazakista, Georgia, Lituania, Slovacchia.

Agrigento 14 gennaio 2018
L’addetto Stampa Aifa
Giuseppe Moscato

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A spasso nel tempo con PastActivity

rievocazione storica past activity

L’associazione culturale PastActivity nasce poco più di un anno fa dall’intraprendenza di tre archeologi siciliani con formazione molto diversa ma legati dal filo conduttore dell’attitudine alla comunicazione e alla pedagogia del patrimonio: Laura Danile, Giovanni Virruso e Claudia Speciale.

 

Il nostro intento era di ridare colore al Passato e di renderlo vivo e vicino.

laura danile che insegna ai bambiniIn seguito alla vincita di un bando proposto dall’Assessorato Regionale alla Famiglia, ed a mesi di confronti e ricerca, prendeva materialmente forma la nostra idea che come primo ambizioso obiettivo si proponeva di realizzare la rievocazione storica di una decisiva battaglia per le sorti dell’antica Agrigento e più in generale della seconda guerra punica.

Così nasceva “210 a.C. la conquista di Akragas”, il primo grande evento di rievocazione storica in Sicilia nella valle dei templi di Agrigento, sito UNESCO di straordinaria bellezza.

Per due giorni, il 6 e 7 maggio siamo stati catapultati nel III secolo a.C., quando la città contesa tra Cartaginesi e Romani veniva conquistata dai Romani e mutò il suo nome dall’originario Akragas in Agrigentum.

I due accampamenti punico e romano sono stati ricostruiti seguendo nei minimi dettagli quanto ci dicono le fonti storiche ed archeologiche sotto la guida di PastActivity.

Tutte le tende sono state disposte a due passi dal tempio di Zeus, nel cuore del Parco. Passeggiando all’interno del sito archeologico, tra le tende degli accampamenti, i visitatori hanno potuto interagire con i rievocatori sempre disponibili a rispondere ad ogni curiosità. Inoltre è stato possibile assaporare i gusti differenti di cucine antiche e prive di tanti ingredienti “moderni”, ricette romane e puniche dal sapore insolito ma gradevole, osservare la filatura e tessitura su telaio, toccare i filati colorati con i pigmenti naturali, indossare elmi e scudi, partecipare a un rito di propiziazione, assistere a un allenamento militare e molto altro.

attrezzi eta della pietraOgni dettaglio, sino al più piccolo, ogni oggetto riprodotto ed ogni gesto riproposto erano il frutto di una minuziosa ricerca filologica perfettamente coerente con il periodo. Nulla era per caso dentro i confini di uno spazio che i rievocatori si sono ritagliati in Valle.

Tra i profumi dei paioli sul fuoco, i suoni metallici delle armi, quelli ritmici e cadenzati del conio, la storia è diventata viva, ha preso forma e ha entusiasmato migliaia di visitatori increduli e curiosi di poter entrare improvvisamente nell’antica Akragas.

Il tutto è stato possibile grazie all’energia e competenza dei rievocatori storici che con la loro passione hanno reso possibile un così grande spettacolo della storia.

Tra sabato pomeriggio e domenica, 13100 persone hanno partecipato a questo straordinario viaggio nel tempo che si è concluso con lo spettacolo dello scontro tra i due eserciti, che ha rievocato lo scenario drammatico della battaglia realmente avvenuta nel 210 a.C. tra Romani e Cartaginesi.

Per noi di PastActivity si è trattato di un vero battesimo di fuoco, appagato da un grande successo, reso possibile dalla collaborazione di tanti professionisti che sotto la guida del direttore artistico Andrea Moretti hanno regalato alla città uno spettacolo emozionante e indimenticabile.

La portata dell’evento è stata tale che abbiamo potuto parlarne con successo in un convegno internazionale e in riviste scientifiche di settore nei mesi scorsi.

Questo è stato il primo evento per PastActivity, grande, ambizioso e non privo di rischi.

Rischi che conoscevamo e che abbiamo saputo affrontare forti di numerose esperienze nell’ambito della divulgazione scientifica e della didattica dell’archeologia.

Ciascuno di noi infatti ha acquisito negli anni una forte credibilità in contesti nazionale ed internazionale grazie a collaborazioni che proseguono ancora oggi.

Dopo questa prima fortunata esperienza, speriamo possa replicarsi presto con il supporto delle istituzioni e di sponsor privati che vogliano investire in questo campo ancora nuovo per la Sicilia ma con potenzialità enormi in termini di ricadute culturali, turistiche, ma anche sociali ed economiche per il territorio agrigentino.

Nel frattempo stiamo dedicando gli ultimi mesi a nuove attività che rispecchiano a pieno la mission di PastActivity.

Abbiamo iniziato le Archeoattività: laboratori interattivi dedicati ai più piccoli che sono veri viaggi nel tempo sotto la guida di un archeologo.

I bambini hanno ripercorso alcune tappe fondamentali della nostra storia in maniera divertente. Siamo partiti dall’Era Glaciale in compagnia di Giovanni, poi siamo stati in Egitto con Zelia, altra collega nel settore educativo da anni, per poi terminare il primo ciclo tra i miti dell’antica Grecia con Laura.

E ancora abbiamo tante altre idee a tema storico da proporre e condividere. Le attività rivolte a un target specifico (bambini dai 5 ai 12 anni accompagnati da un adulto) si svolgono nel cuore del centro storico, sul colle di Girgenti e hanno riscontrato un buon successo sin dall’inizio, che cresce in maniera esponenziale a ogni incontro.

Alcune di queste attività sono state richieste da altri musei in Italia e da alcune scuole (MUV di Castenaso (Bologna) e presto Imola e Parco del Livelet (TV)).
Per il prossimo anno scolastico il nostro obiettivo è riuscire ad approdare con tante attività anche nelle scuole siciliane.

Le idee sono già in cantiere e prevedono proposte didattiche innovative e coinvolgenti che spaziano dall’evoluzione umana, al Paleolitico e neolitico sino ai Greci e i Romani.

Valuteremo nei prossimi mesi se partire già dal prossimo anno per riuscire a completare l’offerta didattica delle scuole di ogni ordine e grado su temi così specialistici.

Altra sfida che contiamo di affrontare è quella di riuscire a realizzare attività che vadano oltre i confini delle competenze degli archeologi.

Abbiamo già alcuni contatti con professionisti di altri ambiti scientifici con i quali proveremo ad interagire per creare attività interdisciplinari per raccontare tante nuove storie ad adulti e bambini che speriamo di appassionare.

La Storia, come vogliamo divulgarla noi, è priva di barriere e confini disciplinari, è una Storia coinvolgente, aperta a tutti e alla portata di tutti.
La Storia siamo noi: è fatta dagli uomini e da tutti quegli avvenimenti accaduti prima di noi.

Il nostro compito è proprio quello di provare a farvi immergere in quel passato attraverso la lente d’ingrandimento delle nostre attività.

Abbiamo ancora tante nuove idee, seguiteci e sosteneteci.
Associazione culturale PastActivity

Link video rievocazione:

https://www.facebook.com/pastactivity/videos/1811117985852307/

profili social:

Laura Danile
Giovanni Virruso

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Terzo appuntamento con Sergio Criminisi

disegno di sergio criminisi che rappresenta un tempio da cui nasce un mandorlo
Autore: Sergio Criminisi - Anno: 2018
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Consorzio Turistico Valle dei Templi - Comunicato stampa

Riceviamo e pubblichiamo il seguente comunicato stampa


Finalmente idee chiare e con una programmazione degli eventi delineata in netto anticipo. Questa nuova impostazione sta cominciando a produrre effetti significativi per lo sviluppo dell’intera filiera turistica del territorio.

Il presidente del Consorzio Turistico “Valle dei Templi”, Emanuele Farruggia, riconosce e apprezza i meriti dell’Ente Parco Archeologico, impegnato nell’organizzazione della Festa del Mandorlo.

Per capire che la strada imboccata sia quella giusta - aggiunge – arrivano in soccorso i numeri che sono quelli delle prenotazioni in occasione della settimana clou della kermesse.

È previsto il tutto esaurito negli hotel, nelle strutture ricettive: un grande risultato, frutto certamente di una qualificata e lungimirante gestione dell’evento da parte dell’Ente Parco con in testa il direttore Parello, il cui lavoro sta restituendo dignità e ruolo a questa città.

Potere pianificare e promuovere nel mondo la manifestazione 6 mesi prima – sottolinea Emanuele Faruggia – non è un dettaglio di poco conto.

Questa solerzia ed efficienza, mai riscontrate negli anni passati, hanno permesso anche a noi, del Consorzio, di allestire per tempo una serie di iniziative da destinare alla fruizione turistica, come quelle relative al concorso “Mandorlara”, dedicato ai ristoratori, e al concorso nazionale per le scuole alberghiere.

È la prima volta che i nostri operatori turistici propongono alle scuole italiane un vero e proprio pacchetto che farà riscoprire tutti i tesori del territorio, non soltanto culturali e paesaggistici ma anche delle produzioni di eccellenza agroalimentare.

Il Consorzio, dal canto suo, farà la parte che gli compete, sosterrà con serietà e convinzione quanti, come l’Ente Parco, si spendono, con i fatti e le azioni, per fare crescere il territorio e la sua economia

– conclude Farruggia.

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Un viaggio nell’Agrigento sotterranea: l’ipogeo Kolymbethra-Porta V

A cura di “Associazione Agrigento Sotterranea Onlus

 

dentro ipogeo agrigentinoLa città di Agrigento, grazie alla sua millenaria storia, presenta un patrimonio sotterraneo di notevolissimo interesse e costituito da cavità artificiali localmente conosciute come gli “Ipogei di Agrigento”.

 

Questi ipogei sono essenzialmente strutture cunicolari scavate dall’uomo, in periodi diversi, nella stessa roccia con la quale sono stati edificati i monumenti della città e buona parte del suo centro storico: cavità meandriformi, pozzi e grandi cameroni scavati nella calcarenite giallastra al di sotto dell’antica acropoli di Akragas e sotto lo splendido paesaggio della sua area sacra, la Valle dei Templi.

 

Le fonti storiche fanno risalire al 480 a.C. il periodo in cui vennero iniziati i lavori di realizzazione di queste strutture ipogee.

 

È l’anno decisivo dello scontro greco-punico in Sicilia conclusosi con la vittoriosa battaglia di Imera che segnò l’apice della grandezza politico-economica dell’antica Akragas e la sua sfera d’influenza.

 

In quella occasione, un elevatissimo numero di schiavi cartaginesi giunsero in città e furono impiegati nei lavori più massacranti quali appunto il taglio delle pietre e la costruzione dei condotti sotterranei e dei maestosi templi della Valle.

Alcuni ipogei, come quelli presenti nella zona del cd. Santuario Rupestre alla Rupe Atenea (probabilmente datati al VII sec. a. C) ed altri ancora presenti nel centro storico, si pensa siano stati realizzati in epoche addirittura precedenti.

La maggior parte di queste cavità, per tipologia, ubicazione e sviluppo planimetrico, furono realizzate per assolvere all’atavico fabbisogno di acqua, tipico delle nostre terre.

Altre cavità, caratterizzate dalla forma spiccatamente tronco-conica, vennero sfruttate per immagazzinare derrate alimentari mentre altre come vere e proprie cave sotterranee di conci di calcarenite.

A questa ultima tipologia è assimilabile la più imponente cavità presente nel sottosuolo agrigentino, l’”ipogeo del Purgatorio” o “Labirinto”, così chiamato per le particolari geometrie che caratterizzano questo sistema che consta di ambienti scavati secondo il sistema “a camere e pilastri”.

Molti sono i casi in cui da una originaria tipologia si passava, con ulteriori riadattamenti, ad una tipologia diversa in periodi successivi.

Queste cavità vennero massicciamente rivalutate durante il periodo bellico della prima e seconda guerra mondiale, quando durante i bombardamenti vennero sfruttate come rifugi, soprattutto durante le incursioni aeree.

 

dentro ipogeo agrigentinoUna delle strutture ipogee presenti ad Agrigento, nel cuore della Valle dei Templi, è l’ipogeo della Kolymbetra-Porta V; un percorso sotterraneo, scavato interamente dall’uomo, risalente al V sec. a.C. (probabilmente il 480) e aperto alla fruizione del pubblico dall’aprile 2017 grazie alla sinergia tra l’associazione Agrigento Sotterranea Onlus e il Fondo Ambiente Italiano (FAI).

 

Questo ipogeo rientra tra i cd. “canali drenanti” (o “acquedotti feacei” dal nome dell’ architetto Feace al quale, secondo le fonti, fu affidata la progettazione) per la captazione e la dirottazione dell’acqua nel grande bacino idrico (a scopo religioso e civile) che era la Kolymbethra.
È caratterizzato da una sezione rettangolare a volta piana (larghezza 50/70 cm circa e altezza a partire da 1,70 metri) e uno sviluppo planimetrico di circa 185 metri (di cui i primi 100 circa paralleli al banco Sud-Est della Kolymbethra, mentre il restante ramo taglia la terrazza sacra occidentale della Valle).

Per buona parte del suo andamento, si presenta “fossile”, ovvero senza presenza d’acqua, anche se nel tratto finale si ritrovano concrezionamenti attivi e lame di carbonato di calcio che rivestono le pareti calcarenitiche e testimoniano presenza di acqua e la lenta trasformazione in un paesaggio tipico di grotta dalla bellezza straordinaria.

 

Questo percorso ha un agevole accesso all’interno del Giardino della Kolymbethra con una uscita in prossimità della Porta V, nelle vicinanze del Tempio di Castore e Polluce.

 

Lo sviluppo dell’Ipogeo, semplice e facilmente percorribile, è intervallato da due pozzi verticali, uno nei pressi della biglietteria della Kolymbethra (da cui possibile entrare e uscire e la sua funzione in antico era quello di avviare uno dei fronti di scavo dell’ipogeo) ed un secondo sul pianoro calcarenitico su cui è stato edificato il Tempio dei Dioscuri, costituito da un pozzo (idrico in antico e funzionale all’altare rinvenuto nelle vicinanze) verticale a sezione rettangolare e profondo circa 10 metri.

Si possono osservare tracce lasciate sulle pareti durante l’antico scavo e come veniva illuminato, ovvero mediante nicchiette scavate a intervalli regolari lungo la volta nelle quali si ponevano le lucerne.

All’interno dell’ipogeo l’ambiente è fresco e asciutto.

La visita è aperta a tutti, grandi e bambini, purché equipaggiati di grande curiosità ed interesse e pronti ad intraprendere un viaggio magico e misterioso all’interno di una valle che non ci si aspetta ma che rapirà per sempre il cuore.

Per maggiori informazioni e prenotazioni basta visitare il sito internet dell’associazione www.agrigentosotterranea.it.

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