Storia del Mandorlo in Fiore

Sono seduto al computer per scrivere sulla storia della festa del mandorlo in fiore che, sino a qualche anno addietro, si svolgeva nella prima settimana di febbraio. Dando uno sguardo a quello che già esiste in rete, mi ritrovo a leggere una serie di articoli in cui si ripercorre in varia maniera la storia del mandorlo in fiore, principalmente il mito a cui si fa risalire, il periodo in cui si celebra e alcune date relative alla sua nascita ed al suo sviluppo negli anni.

Così decido che cercherò di dare, oltre alle notizie indispensabili sulla storia del mandorlo in fiore anche e…

Soprattutto il sapore della festa, che ho potuto assaporare durante tutti gli anni.

 

Ho potuto seguire tutte le edizioni, sino ad oggi, della sagra del mandorlo, considerato che, bambino di pochi anni (fine degli anni quaranta), mio padre mi portava, assieme a mia sorella, in via Atenea alla sfilata dei gruppi folkloristici, dei carri allegorici e dei “carretti siciliani”.

Di quel periodo iniziale non ho particolari ricordi se non quelli di tanta gente che si accalcava lungo le strade di passaggio della sfilata, di gran confusione, di grida, di canti, di “stai attento alla folla”, “stai attento ai cavalli”, “stai attento ai carri”, gridati di continuo da mio padre dalle cui mani, come tutti i bambini in simili occasioni, io sgusciavo per assorbire il più possibile quella allegria che si sprigionava da tutti i gruppi che sfilavano o dalle persone che ballavano e cantavano sui carri allegorici. L’eccitazione della festa, la stanchezza successiva, la voglia di tornare subito a casa dove mia madre, nel frattempo preparava da mangiare qualche specialità tradizionale per tutti noi.

Inizialmente la sagra del mandorlo in fiore era organizzata come sfilata di gruppi folkloristici locali, carri allegorici dei paesi del circondario e carretti siciliani, richiamando ad Agrigento una grande quantità di gente, principalmente dai paesi vicini. Con la crescita di importanza della sagra del mandorlo in fiore e conseguente effetto di richiamo sul turismo, dalla 11a edizione alla sfilata tradizionale si affiancò il Festival Internazionale del Folklore giunto, quest’anno, alla 62a edizione. Negli anni si sono poi aggiunti il Festival Internazionale “I Bambini del Mondo”, il Corteo Storico d’Italia ed altre manifestazioni collaterali. Nel contempo non hanno più partecipato alla sfilata i carri allegorici, mentre i carretti siciliani sfilano ancora adesso.

Anche la durata ha subito modifiche. All’inizio si svolgeva nel mese di febbraio, ma limitata ai giorni di sabato e domenica. Successivamente interessò tutta una settimana, sempre a febbraio (anche se qualche volta per motivi contingenti è stata spostata al mese di marzo). Lo scorso anno il periodo di svolgimento della sagra del mandorlo in fiore è stato dilatato ancora, iniziando nella prima settimana di Febbraio con una serie di eventi di preparazione alla settimana conclusiva, ma spostandone la chiusura alla prima metà del mese di Marzo.

Sembra che quest’anno la formula cambi ancora, eliminando gli eventi preparatori e prevedendo lo svolgimento della manifestazione concentrata in una sola settimana a Marzo; probabilmente cambia anche il nome. Ancora una volta, però, a ridosso del periodo di svolgimento della sagra del mandorlo in fiore non si conosce ancora niente: tempi, durata, organizzazione, partecipanti, manifestazioni collaterali. D’altronde nella terra di Pirandello le contraddizioni sono nella quotidianità delle cose e, pertanto, sulla manifestazione più importante per lo sviluppo economico e turistico di Agrigento è comprensibile non avere niente di definitivo fino all’ultimo. Certamente anche se la manifestazione sarà svolta compressa nei tempi, avrà un buon successo perché gli agrigentini amano questa festa e l’aspettano con desiderio pregustando già i colori, i sapori e l’allegria che ne costituiscono l’essenza principale.

La sagra del mandorlo in fiore si presenta oggi diversa da come era alla sua nascita, peraltro avvenuta a Naro, una bella cittadina distante poco meno di 30 km verso Est, e poi spostata ad Agrigento in considerazione delle maggiori possibilità di sviluppo rispetto a quelle del piccolo paese.

Quest’intuizione ha permesso alla sagra del mandorlo in fiore di ampliarsi, diventando quella che è oggi, seppur con uno sviluppo non armonico e regolato, ma un po’ “arrancando” (in alcuni anni ha rischiato di non svolgersi) principalmente per problemi finanziari.

Il problema principale della sagra del mandorlo in fiore è, infatti, il suo finanziamento che, non essendo assicurato in maniera sistematica dagli enti interessati, avviene di anno in anno, sempre al “fotofinish”, impedendo una corretta programmazione della manifestazione con adeguata promozione, anche all’estero, in modo da funzionare, così, quale volano turistico della città.

Anche l’ente organizzatore è cambiato più volte: ex AAST, Comune, Soprintendenza e, quest’anno, dall’Ente Parco.

Ad Agrigento la “Sagra del Mandorlo in Fore” si svolge per la prima volta il 14 febbraio 1937 (mentre era nata a Naro nel 1934) e si sviluppa come sfilata di carri allegorici lungo le vie cittadine. L’appuntamento si ripete negli anni successivi sino al 1940, quando a causa dello scoppio della seconda guerra mondiale si interrompe per riprendere nel 1948 alla fine delle ostilità. Una interruzione si ha anche nel 1966 a causa dei drammatici eventi legati alla frana di Agrigento, nel 1983 e nel 1991.

La sagra del mandorlo in fiore inizialmente nasce a Naro quale strumento di promozione per prodotti tipici locali, sfruttando la magia della fioritura del mandorlo che anticipa la primavera che verrà, ma ad Agrigento trova la sua naturale collocazione.

Tutto il territorio compreso tra la città e la collina su cui sorgono i templi, al tempo della mia gioventù, era una distesa spettacolare e magica di mandorli fioriti (il mandorlo era intensamente coltivato a quei tempi) e l’esistenza dell’antica Akragas, ancora semisepolta in quest’area, ne ha costituito un ottimo ancoraggio che ha permesso, nel tempo, di radicare la sagra del mandorlo in fiore nel territorio, contribuendo all’esaltazione delle bellezze naturali, architettoniche ed archeologiche che la città di Agrigento possiede in quantità.

Nel corso degli anni sono state organizzate, nel periodo di svolgimento della festa del mandorlo in fiore, molte manifestazioni collaterali. Raduni automobilistici, competizioni ciclistiche e podistiche, tornei femminili di pallacanestro, concorsi di poesia, spettacoli dell’opera dei pupi, festival della canzone mediterranea, il Mandorlag, il museo del mandorlo ed altro ancora.
Risalgono a questi ultimi anni le manifestazioni che hanno avuto più risonanza anche a livello internazionale.

Nel Guinness dei Primati troviamo il torrone più lungo del mondo (febbraio 2011) e la torta più lunga del mondo (Marzo 2016).

Jesus of Gian Lorenzo Bernini in San Sebastiano fuori le mura (Rome)
Il Salvator Mundi di Gian Lorenzo Bernini

Sempre nel 2016 si è avuta l’esposizione della scultura “Salvator Mundi”, ultima opera di Gian Lorenzo Bernini, nella Chiesa di Santo Spirito.

La sagra del mandorlo in fiore, nata per motivi essenzialmente commerciali, nel tempo è diventata un inno alla bellezza ed all’amore, ma anche alla tolleranza tra culture diverse. Da qui la nascita del “Festival Internazionale del Folklore” che mescola, sapientemente, razze, culture e tradizioni di persone provenienti da tutto il mondo, come in un caleidoscopio che cambia e contemporaneamente amalgama il tutto. Durante gli spettacoli nelle piazze, nella fiaccolata serale di metà settimana e nella sfilata finale si alternano gruppi folkloristici di tutti i continenti con balli, suoni e danze per uno spettacolo affascinante, che, ritengo, poche altre località nel mondo possono vantare.

Ancora molto si potrebbe dire sulla storia del mandorlo in fiore, ma ritengo che il lettore potrebbe annoiarsi dei tanti dettagli che possono scriversi e pertanto chiudo qui la cornucopia dei miei ricordi e rimando ad altri momenti ulteriori informazioni.

 

Testo di Salvatore Albano