La vita non è quella che si è vissuta,
ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla.
“Vivere per raccontarla” Garcìa Marquez
Avevo all’incirca otto/dieci anni. La mattina d’inverno era sempre difficile alzarsi. La mia sveglia (dalla forma di gallina) suonava di continuo finché, sfinita, pigiando sulla sua cresta mi dava il “buongiorno”.
Le mattine di Febbraio in Sicilia sono “frizzantine”, anche se il sole riscalda e ti rigenera il cuore. Così, fatta colazione, guardando il mio cartone animato preferito (“Flò, la piccola Robinson”), ci eravamo preparati per la tanto attesa “festa”.
Era domenica, il giorno conclusivo della Sagra del Mandorlo in Fiore (che per noi bambini coincideva con il carnevale).
Con l’entusiasmo che caratterizza i bambini, e con la felicità nel cuore per poter indossare la maschera del proprio personaggio preferito, mi preparavo alla grande festa.
Naturalmente non potevano mancare i coriandoli colorati e le stelle filanti (le mie preferite).
Queste sono un po’ come la vita, sai da dove partono, ma non sai mai che direzione prendono.
Questa atmosfera di festa si accompagnava al suono dei flauti del Perù. Eh sì, c’era sempre quel signore sud americano, che col suo flauto, accompagnato da una base musicale, ci portava un po’ del suo mondo e della sua cultura.
Ricordo la confusione, quella che diverte i bambini, quella folla che crea allegria, e il caldo sole che accompagnava la festa. Nello sfondo la Valle dei Templi incorniciata da magnifici e profumati alberi di mandorlo.
Si dice che man mano si cresca i ricordi più lontani nella memoria riaffiorino.
Credo che l’uomo sia fatto di “ricordi”, che costituiscono lo sfondo della sua esperienza vissuta e che sono poi la base per il “next”, il suo futuro.
Il ricordo ha a che fare con la memoria. Questa è un’attività psichica tanto semplice quanto complessa. La memoria è prima di tutto “corporea”. Quanti di voi non ricordano un odore che fa riaffiorare esperienze ed eventi passati? Il nostro corpo è il custode dei nostri ricordi e memorie che a volte dimentichiamo (volontariamente o involontariamente).
La memoria è “incarnata”, è manifesta nel nostro corpo, attraverso la postura, i gesti e il corpo nella sua interezza. Da queste manifestazioni possiamo avere importanti informazioni sulle nostre esperienze passate e su quello che oggi siamo in seguito alla nostra storia e alle nostre relazioni.
L’essere umano è tanto grandioso da mettere in atto meccanismi di regolazione dei ricordi.
Alcuni rimangono nella nostra memoria per tutta la vita, altri cadono nell’oblio.
E’ un processo tanto variabile da persona e persona, e l’ambiente e le relazioni con l’Altro influenzano questo processo.
La memoria e i ricordi ci danno la possibilità di mantenere una continuità della nostra vita interiore, consentendoci di avere un filo invisibile che collega il nostro passato con il nostro presente e guardare al futuro.
Mi chiamo Maria Sorce, ma tutti mi chiamano Maryjo, sono una psicologa italiana e psicoterapeuta in formazione. Da poco emigrata in Germania, svolgo attività libero-professionale a Monaco di Baviera e mi occupo principalmente di Italiani emigrati all’estero. Il mio motto? “Praticate gentilezza a casaccio, e atti di bellezza privi di senso”.