Cosa vuol dire tramandare? Perché sentiamo il bisogno di custodire le nostre radici, le nostre tradizioni? Perché quando siamo all’estero, lontano dal nostro Paese, sentiamo e percepiamo forte il bisogno di “appartenenza”, di “stare insieme”, di confrontarci con i nostri connazionali? Che valore hanno le nostre tradizioni?
Queste sono alcune delle domande che ci si può porre quando ci si trova lontani dalla propria “Terra di Origine”.
Si può partire dall’etimologia del termine “Tradizione” . La parola deriva dal latino “Traditionem” e dal termine “Tradere” che significa consegnare, trasmettere.
A sua volta trasmettere trae le sue radici dal verbo latino “Trans-mittere”, verbo composto da Trans (al di là) e Mittere (mandare).
Si può tradurre il verbo con l’espressione “far passare da una persona all’altra, da una generazione all’altra” (Voc. Treccani). Ma da dove proviene questa spinta a “trasmettere”?
L’azione di trasmettere è legata al concetto di “appartenenza”. Già Aristotele nel IV sec. A.C. definiva l’uomo “un animale politico” (politicom zoon). In quanto tale è portato ad unirsi ai propri simili per formare delle comunità. L’uomo non può esistere, non può creare la propria identità, se non attraverso l’appartenenza ad un gruppo, ad una società, ad un paese (“Non ci si può separare se prima non si è stati insieme”).
La psicologia sociale, come la sociologia, da sempre hanno studiato il bisogno di appartenenza, di avere radici comuni. Per citare qualche autore si può ricordare Abraham H. Maslow, psicologo sociale, che inserisce tale bisogno all’interno della sua concettualizzazione della “Piramide dei bisogni”.
Il bisogno di appartenenza lo si ritrova insieme al bisogno di affetto e viene definito come “la tendenza dell’uomo a stare insieme, dentro a gruppi organizzati che sostengono e contengono, soprattutto emotivamente (A.H.Maslow, 2010).
Più recentemente Zygmunt Bauman, uno dei più noti e influenti pensatori al mondo di recente scomparso, ha definito il concetto di “modernità liquida”. Una società caratterizzata da confini e strutture incerti e vacillanti, che producono un senso di “spaesamento” e di incertezza. Di fronte ad una società di questo tipo il bisogno di appartenenza diviene sempre più emergente (ed urgente aggiungerei).
L’autore parla di un passaggio da un senso di “indipendenza” generalizzato dettato da una società consumistica, che crea una finta sensazione di libertà, ad un bisogno di “interdipendenza”(si rimanda alle opere dell’Autore per ulteriori approfondimenti).
Oggi, in una società postmoderna con tali caratteristiche, molti giovani siciliani (e non) decidono di lasciare il loro paese per diverse motivazioni (lavorative, economiche, emotive,ect.). Proprio questi giovani percepiscono ancora più forte il “bisogno di appartenenza” e di “radicarsi”. Pagine Facebook nascono come funghi (es. Italiani in Germania, ect.), ed è in questo nuovo canale (internet) che può essere colto questo bisogno emergente.
Alla vecchia visione dell’individuo che, spostandosi da un luogo ad un altro, si “sradica” per poi mettere nuovamente radici, è stata sostituita dalla metafora di una nave. Nel primo caso lo “sradicarsi” e “radicarsi” nuovamente comporterebbe una perdita di energia e contenuti, di affetti e di tradizioni, nel caso della nave, questa approda in un porto mettendo l’ancora, per poi ritirarla una volta conclusa l’esperienza.
A mio avviso tale metafora appare meno traumatica della prima, ma ne vorrei proporre un’altra che si ricollega al titolo di questo articolo: “come piante aeree”.
Portiamo con noi le nostre radici e prendiamo nutrimento dall’atmosfera/ambiente in cui ci troviamo. Non occorre perdere le proprie radici e le tradizioni, ma si possono custodire nella loro unicità e nello stesso tempo assimilare dal nuovo, dall’Altro, per dare vita a nuove esperienze.
Con l’augurio di portare sempre con voi le vostre radici.
BIBLIOGRAFIA
Aristotele, Libro I “La politica”, IV sec. a.C.
Bauman Zygmunt, “Vita Liquida”, Editore Laterza, 2008
Bauman Zygmunt, “L’arte della vita”, Editore Laterza, 2009
Maslow Abraham H., “Motivazione e personalità”, Armando Editore, 2010
Treccani Vocabolario , www.treccani.it
Mi chiamo Maria Sorce, ma tutti mi chiamano Maryjo, sono una psicologa italiana e psicoterapeuta in formazione. Da poco emigrata in Germania, svolgo attività libero-professionale a Monaco di Baviera e mi occupo principalmente di Italiani emigrati all’estero. Il mio motto? “Praticate gentilezza a casaccio, e atti di bellezza privi di senso”.